Stampato nel 1572 da Pietro Perna nella raccolta Auriferæ artis, quam chemiam vocant, antiquissimi authores, l’anonimo De arte chimica fu attribuito dagli alchimisti del Rinascimento a Marsilio Ficino, senza dubbio perché riprende la dottrina ficiniana secondo la quale l’elisir o la pietra dei filosofi si ottiene estraendo dall’oro in cui è sepolto lo spiritus mundi, cioè il veicolo dell’anima del mondo. Ma mentre questa attribuzione à Ficino è erronea (come lo dimostrò P. O. Kristeller), Sylvain Matton ha rilevato numerosi indizi che lo hanno condotto ad assegnare questo trattato al celebre Heinrich Cornelius Agrippa di Nettesheim. Inoltre la sua scoperta che nel 1606 il paracelsiano Martin Ruland aveva ripubblicato, sotto il titolo di ????????? lapidis philosophici nova, questo stesso De arte chimica partendo da una copia indipendente dalla versione stampata da Perna, gli ha permesso di stabilire la prima edizione critica di un’opera ammirata dagli adepti e che fece meditare C. G. Jung.
Autore: Agrippa Henry Cornelius
Collana Travaux et textes de Chrysopœia 14
Pagine 112
Anno di pubblicazione 2014
Lingua : Inglese/Latino
Codice libro 2626
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